Volontariato internazionale

Annamaria Ciampolillo
Prześwit 2(6)2004

2018-04-24 23:28:27

Volontariato internazionale, una scelta di vita che ti permette di fare nuove esperienze, di crescere e imparare a costruire un mondo migliore. Cosi’, un po’ per caso, un po’ per scelta, che siamo approdati a ‘Betel’. Siamo un gruppo di otto ragazzi italiani, proveniamo da Foggia, una citta’ nel sud dell’Italia e da circa un mese collaboriamo con la vostra associazione. A raccontare la nostra esperienza ci sono io, Annamaria, la piu’ anziana del gruppo. Insieme a me sono partiti Donato Foscari, Francesca Lioce, Graziana Melfitani, Luciano Favilla, Mary Piscopo, Romina Marcone e Sara Cormio. Insieme stiamo percorrendo un cammino lungo un anno ed iniziato in Italia il primo dicembre scorso. La nostra esperienza con il volontariato europeo e’ cominciata con la scoperta del progetto ‘Europa Solidale’, un programma di scambio organizzato tra la provincia di Foggia e Czestochowa in collaborazione con il Servizio Civile Nazionale Italiano, in un certo senso siamo un po’ militari. Ognuno di noi e’ approdato a questa scelta per differenti motivi ma, la base comune a tutti, e’ la voglia di imparare ed impegnarsi al meglio in una societa’, come quella attuale, che considera ai margini chi ha problemi di handicap. Finito il tirocinio in Italia, svolto a Lucera presso un centro per ragazzi disabili, e’ giunto il momento della partenza. Tra abbracci e qualche lacrima che scendeva, abbiamo iniziato ad imboccare la strada che ci ha condotto fino a qui. Cosa dire della Polonia, “sicuramente e’ una nazione molto diversa dalla nostra” afferema Francesca “da noi e’ comune la convinzione che l’est Europa vive ancora in una condizione di estrema poverta’ e disagio sociale” aggiunge Graziana. “Quello che abbiamo trovato, invece e’ una realta’ molto diversa da come veniva descritta” afferma Romina. Dovete sapere che nell’immaginario collettivo dell’Italia, la Polonia viene vista come una nazione ai confini del mondo, dove poverta’ e arretratezza regnano sovrane. Questa visione e’ legata sicuramente a quello che molti mass media trasmettono ed alle condizioni di vita in cui versano molti immigrati nel nostro paese.
“Qui la citta’ e’ grande, bella e piena di verde” aggiunge Mary “anche se a mio avviso e’ un po’ troppo tanquilla” afferma Sara “e scarseggia il divertimento” dicono sorridendo Donato e Luciano. Il primo impatto con la citta’ lo abbiamo avuto un mese fa’, quando siamo andati in giro con la nostra responsabile e li, sono sorti i problemi con la lingua. Pensate che io e Luciano di prima mattina, convinti di ordinare un succo di frutta all’avocado ci siamo ritrovati a bere un liquore, proprio noi che siamo astemi! Qualche giorno dopo il nostro arrivo e’ iniziato il lavoro con ‘Betel’. Ricordo ancora il primo giorno e le facce scosse di tutti noi. “Mi aspettavo una situazione diversa” afferma Francesca e continua “con una realta’ di disabilita’ simile alla nostra”. “Da noi e’ difficile vedere un’organizzazione come quella che c’e’ qui” dice Graziana, “soprattutto i ragazzi che tra di loro sono cosi’ solidali, si aiutano a vicenda” spiega Romina “e si prendono cura l’uno dell’altro” dice Luciano. “Rispetto ai ragazzi di Lucera c’e’ un abisso” afferma Sara, “qui a volte mi sembra di non lavorare” aggiunge Donato “perche’ insieme ai ragazzi ci divertiamo e il tempo passa velocemente” conclude Mary. Quando eravamo in Italia spesso ci ritrovavamo a parlare della Polonia e di questa esperienza, di come sarebbe stata. Ognuno di noi immaginava la vita polacca molto diversa da quella che conduciamo ora, soprattutto il nostro lavoro. I ragazzi con i quali abbiamo lavorato a Lucera hanno maggiori problemi mentali, tra di loro ci sono autistici, schizzofrenici, oligofrenici e down. Molti di loro conducevano una vita dipendete dalle loro famiglie e non erano in grado di badare l’uno all’altro. “Qui a volte ho la sensazione di essere inutile” dice Francesca.
Per noi ‘Betel’ ha creato una sala ricreazione dove trascorriamo il tempo con i ragazzi. Nonostante i problemi di lingua, con loro stiamo riuscendo ad instaure ogni giorno un feeling maggiore ed i loro volti sono entrati a far parte del nostro quotidiano. Non mancano i nostri tentativi di insegnargli l’italiano e, nella maggior parte dei casi, ci ritroviamo con dei ragazzi che in un mese hanno imparato abbastanza della nostra lingua a differenza nostra che comunichiamo ancora a gesti e giriamo con il dizionario in borsa. In un mese sono cambiate molte cose per noi, di colpo ci siamo ritovati a dover vivere da soli e convivere tra di noi dato che non ci conoscevamo prima di questa esperienza. Spesso il pensiero vola alla nostra nazione, a Foggia ed agli affetti che abbiamo lasciato a casa, ma pensiamo anche a quando, ad ottobre, giungera’ il momento di lasciare definitivamnte questa nazione e, c’e’ qualcuno che come Romina spera in una possibilita’ di permanenza maggiore a Czestochowa, magari collaborando ancora con ‘Betel’.

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